4 Giugno 2025
Le tracce dell’Eroe: reliquie e combattenti di Garibaldi

Dino Mengozzi, Università di Urbino Carlo Bo
Il corpo di Garibaldi. Storia materiale e spirituale di un leader carismatico nella costruzione della nazione italiana
Abstract: La costruzione della nazione italiana, che prende slancio dalla metà dell’Ottocento, si svolge in un paese dalla forte impregnazione religiosa; corpi di santi e martiri sono inclusi nella vita civile e costituiscono l’immaginario pubblico. Il patriottismo italiano nasce e si sviluppa in questo ambiente sociale, dove esibire oggetti (sciarpe e bandiere), modi di vestire (pettinature e camicie rosse), tombe e case, è un modo di prendere posizione; schierarsi politicamente. Usare il corpo è parte del discorso politico. Garibaldi costruisce la propria icona di leader all’interno di tale immaginario, alimentando una sacralità laica sostitutiva, che rassicura e trascina i suoi volontari, in un tipo di adesione ideologica ed emotiva, che interessa gli uomini non meno delle donne. Il suo corpo funge da fonte prodigiosa: volta a volta combattente virile, martire dell’idea, vincitore e vinto, mortale e immortale. Attraverso un uso cosciente delle sue reliquie, Garibaldi moltiplica il suo corpo: gocce di sangue, ciocche di capelli, vestiti, frammenti della camicia rossa e ritratti fotografici. Oggetti ai quali egli dona un’aura di sacralità, per stringere rapporti di fedeltà con i seguaci, conferire preminenza sociale agli amici, nutrire una religione politica garibaldina, sostitutiva della religione tradizionale e costituita di riti e simboli, come il “funerale rosso”, che sono arrivati fino a noi. Attraverso questo processo storico si è formata quell’etica laica, individuale e collettiva, che caratterizza l’italianità in età contemporanea.
Curriculum vitae: Dino Mengozzi, professore ordinario di Storia contemporanea e Storia sociale all’Università di Urbino, ha dedicato vari saggi ai temi delle sensibilità collettive e le rappresentazioni del corpo. Tra le ultime pubblicazioni, Il corpo di Garibaldi. Reliquie laiche e taumaturgia politica nell’Italia dell’Ottocento, FrancoAngeli, 2021; Lenin e Oriani. Il “corpo sacro” del leader nelle religioni politiche del Novecento, Il Ponte Vecchio, 2021. Ha curato con Jérôme Grévy, Michel Vovelle. Il suo pensiero storiografico in Italia e in Francia, FrancoAngeli, 2023.
Carmine Pinto, Università degli Studi di Salerno
La guerra di Garibaldi. I combattenti del 1860
Abstract: Nel 1860 la rivoluzione nazionale mobilitò forze diverse. Nella prima parte della Spedizione dei Mille i combattenti erano i primi volontari garibaldini e gli insorti siciliani. Nei mesi successi l’Esercito meridionale, le formazioni volontarie e le guardie nazionali parteciparono alle operazioni su larga scala o di contro insurrezione, coinvolgendo decine di migliaia di volontari. La relazione riflette sull’organizzazione, le pratiche, l’immaginario dei combattenti di una rivoluzione nazionale.
Curriculum vitae: Carmine Pinto è professore ordinario di Storia contemporanea presso l’Università degli Studi di Salerno. I suoi ultimi libri sono La guerra per il Mezzogiorno. Italiani, borbonici e briganti, 1860-1870 (Laterza 2019) e Il brigante e il generale. La guerra di Carmine Crocco e Emilio Pallavicini di Priola (Laterza 2022). Attualmente è direttore del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Salerno, del Centro di Ricerca sui Conflitti contemporanei e co-direttore della Rassegna Storica del Risorgimento.
