Segnalazioni · 23 Ottobre 2025
Giornali prigionieri di Giuseppe Ferraro (Donzelli, 2024)
Dai campi di prigionia della Grande Guerra emerse una stampa inedita: giornali scritti dai soldati italiani catturati, tra patriottismo e dolore, sport e cultura, per resistere alla monotonia e alla durezza della vita lontano dal fronte
Giseppe Ferraro
Giornali prigionieri
DONZELLI, 2024
204 pagine
25 €
Durante la prima guerra mondiale circa 600mila soldati italiani furono destinati ai campi di prigionia dell’Impero austro-ungarico e tedesco. Per mitigare la durezza delle condizioni di vita e per spezzare la monotonia di una quotidianità fatta di appelli, pasti in comune e rare uscite nei villaggi limitrofi, i prigionieri si dedicarono a iniziative che potessero ricreare nei campi le attività proprie della vita libera: dallo sport ai giochi da tavolo, dall’artigianato alla musica e al teatro, fino lo studio delle lingue, alla lettura e al giornalismo.
La storia dei giornali di prigionia è ora ricostruita da Giuseppe Ferraro, dottore di ricerca all’Università di San Marino e direttore dell’Istituto per la storia del Risorgimento italiano e dell’Istituto calabrese per la storia dell’antifascismo e dell’Italia contemporanea.
I giornali di trincea, che erano scritti direttamente al fronte, raccontavano il conflitto attenendosi agli obblighi della propaganda. «Quelli di prigionia – scrive invece Ferraro – non dovevano omettere problematiche relative alla guerra (…). Dovevano contribuire a mantenere alto lo spirito patriottico nella comunità di prigionia, ma non tralasciavano il dolore e le atrocità che la guerra generava. Tra i temi trattati troviamo infatti la speranza della fine della guerra, il desiderio di pace, le afflizioni derivanti sia dalla vita in trincea che dalla prigionia».
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